Il nuovo paradigma di ricerca: l’impatto di AI Mode di Google in Europa

Da l’8 ottobre 2025, la modalità di ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale di Google  chiamata AI Mode è disponibile anche in Europa, in oltre 40 Paesi e in 38 nuove lingue, fra cui l’italiano. Qui puoi leggere l’annuncio ufficiale di Google 🙂

Google promette una capacità di risposta molto più sofisticata, soprattutto per domande lunghe, complesse, con sfumature: non più solo una lista di link, ma una sintesi contestualizzata, con la possibilità anche di caricare immagini e chiedere spiegazioni specifiche su di esse. Multimodalità, quindi.

Allo stesso tempo, molti editori online e creatori di contenuti sollevano già forti timori: una parte consistente del traffico verso i siti (specialmente informativi) potrebbe dissolversi, se gli utenti si accontentano delle risposte sintetiche fornite da AI Mode.

Come funziona AI Mode

  • Si basa su modelli linguistici avanzati (fra cui versioni di Gemini), con capacità di ragionamento e scomposizione della domanda in sotto-temi per ottenere risposte più ampie e articolate.

  • L’interfaccia appare come una scheda separata tra i risultati di Google: non sostituisce immediatamente la ricerca tradizionale, ma offre un percorso parallelo, con un invito a esplorare i contenuti web originali, se si vuole.

  • Il sistema è stato adattato al contesto europeo: non si tratta solo di tradurre l’interfaccia, ma di tener conto di preferenze locali e sfumature culturali nel modo in cui certe informazioni sono richieste o interpretate .Al momento del lancio in Europa, non sono presenti annunci pubblicitari dentro la modalità AI; le sperimentazioni pubblicitarie sono in corso negli Stati Uniti.

Cosa è AI Mode?

  • AI Mode è la modalità di ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale di Google, progettata per rispondere a domande complesse e articolate con un solo passaggio, evitando che l’utente debba fare molte ricerche separate.

  • Usa modelli linguistici avanzati (una versione personalizzata di Gemini 2.5) per comprendere sfumature, contesti, segreti impliciti nelle domande.

  • Adotta una tecnica chiamata query fan-out, che suddivide la domanda iniziale in sotto-domande, effettua ricerche parallele su varie fonti, poi sintetizza risultati e costruisce una risposta coerente e articolata.

  • Funziona anche con modalità input multimodale: non solo testo, ma anche voce, foto o immagini caricate dall’utente.

  • Può gestire follow-up: cioè l’utente può fare domande successive che restano “collegate” al contesto iniziale, senza dover ripetere tutto.

  • Alcune funzioni avanzate (come prenotazione di ristoranti, booking, opzioni personalizzate) sono già in sperimentazione o in fase di rollout per utenti selezionati.

I vantaggi

    • Per gli utenti: risposte più ricche, precise, anche su quesiti complessi che prima richiedevano più ricerche o più tempo per essere soddisfatte.

    • Maggiore capacità di trattare richieste lunghe e articolate — domande colloquiali, ipotetiche, iperspecifiche.

    • Supporto multimodale: non solo testo, ma anche contenuti visivi se forniti in input.

    • Un potenziale di crescita del volume delle ricerche: Google afferma che molte domande che ora vengono poste non erano state formulate prima, o non in quel modo. Ciò significa che AI Mode può far emergere nuovi bisogni informativi.

Le criticità e le preoccupazioni

    • Alcuni editori segnalano perdite di traffico organico fino al 70 % per certe tipologie di contenuti, quando gli utenti ottengono risposte “dirette” senza cliccare su link esterni.

    • La questione di chi sia responsabile in caso di errori nelle risposte AI: la linea di confine fra contenuto generato – pur basato su fonti reali – e contenuto originale non sempre è chiara.

    • Il problema dei diritti d’autore: quanto del valore generato dall’IA deriva da contenuti preesistenti, prodotti da autori, giornalisti, blogger? E in che misura questi autori verranno compensati o valorizzati?

    • Il rischio che il “web gratuito” e la pluralità di fonti vengano indeboliti se pochi attori (come Google) diventano il punto unico di risposta.

    • L’adattamento normativo potrebbe intervenire (in Europa, già in fase di evoluzione) per vincoli su trasparenza, responsabilità, uso dei dati di training, ecc.

Impatti prevedibili per diversi “attori” nell’ecosistema web

Attore Effetti possibili Come reagire / adattarsi
Siti informativi e testate giornalistiche Potenziale calo di clic; riduzione della visibilità; rischio perdita di entrate pubblicitarie Diversificare le forme di monetizzazione (abbonamenti, sponsorizzazioni dirette, contenuti unici, approfondimenti che solo i visitatori del sito possono ottenere). Puntare su nicchie e qualità; usare i formati che generano coinvolgimento.
Blog, tutorial, guide, contenuti pratici Alcuni contenuti generici potrebbero venir “sostituiti” dalla sintesi; quelli molto originali o specialistici meno Creare contenuti distintivi, approfonditi, autorevoli; aggiornamenti costanti; interazione (commenti, community). SEO più attenta: strutturare le informazioni in modo che i motori compresa l’IA  le riconoscano come fonti di valore.
Utenti finali Migliore efficienza, risposte più immediate; minor necessità di scorrere molti risultati Verificare sempre le fonti originali; non considerare le risposte generate come definitive in casi critici (medicina, legale, finanziario, ecc.). Usare l’IA come punto di partenza, non come punto di arrivo.
Annunciatori / marketer Nuove opportunità legate alle intenzioni di ricerca più estese e conversazionali; ma le esperienze pubblicitarie “AI-native” potrebbero non essere immediatamente disponibili ovunque Monitorare i cambiamenti di comportamento di ricerca; adattare le campagne alle query più lunghe, alle intenzioni più ampie; essere pronti al passaggio di alcune forme di pubblicità all’interno di esperienze IA.
Regolatori e legislatori Necessità di aggiornare norme su trasparenza, responsabilità, uso dati, concorrenza Attività di monitoraggio, normative sugli standard di qualità, linee guida sull’etica, eventuali obblighi di compenso per le fonti, obblighi di trasparenza su come l’IA seleziona ed usa le informazioni.

La nostra visione

Il lancio di AI Mode è una tappa cruciale, inevitabile, di evoluzione del motore di ricerca verso qualcosa di più potente, più conversazionale, più digitale-intelligente.

Ma proprio per questo, diventa fondamentale che non tutto il valore informativo resti confinato dentro la “scatola Google”. Se l’IA è un intermediario, bene; se invece diventa il filtro esclusivo  o il “filtro definitivo” allora rischiamo di perdere diversità, indipendenza, controllo sulle informazioni.

Credo che la convivenza fra IA e web “tradizionale” sarà possibile, ma dipenderà molto da:

  • trasparenza su come l’IA compone le risposte, quali fonti utilizza, quanto le presenta (e come)

  • modalità di compenso o riconoscimento del valore creato da autori/editori originali

  • educazione degli utenti al corretto uso delle risposte generate (non come verità assoluta, ma come punto di partenza)

Come prepararsi: checklist operativa di YourDigitalWeb

    1. Analisi delle query attuali

      • Identificare le domande lunghe, complesse, le query colloquiali che portano traffico.

      • Studiare le varianti: sinonimi naturali, modi diversi di chiedere la stessa cosa.

    2. Creazione di contenuti “AI-friendly”

      • Struttura logica: titolo → introduzione → sotto­titoli efficaci → paragrafi chiari.

      • Inserire sezioni Q&A, FAQ, spiegazioni passo-passo, definizioni, casi d’uso.

      • Usare elementi multimediali (immagini, infografiche, tabelle, video embedding) con descrizioni/caption utili.

      • Ottimizzare tempi di caricamento, usabilità mobile, accessibilità, titolo meta e descrizioni che riflettano l’intento utente.

    3. Dati strutturati e markup

      • Schema.org dove utile (FAQ, how-to, articoli, prodotti, recensioni, ecc.).

      • Annotazioni semantiche che aiutano il contenuto a essere “compreso” dall’IA.

      • Controllare che i contenuti non siano frammentati e che abbiano coerenza tematica.

    4. Monitoraggio e metriche

      • Tenere d’occhio le variazioni di traffico organico, ma non solo il numero di clic: valutare anche il tempo sul sito, conversioni, interazioni.

      • Fare test con query lunghe o frasi intere per capire come gli utenti cercano realmente.

      • Verificare comparsa nelle risposte generate (cercare il proprio brand/contenuto come fonte citata).

    5. Adattamento strategico

      • Bilanciare contenuti informativi generici con contenuti a valore differenziato (esclusività, originalità, approfondimento, case study, opinioni, dati unici).

      • Collaborare con l’audience: commenti, feedback, aggiornamenti regolari, coinvolgimento.

      • Considerare strumenti di analytics avanzati o di terze parti se necessario, per capire la visibilità nelle ricerche IA.

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